Pubblicato il 02 set 2015 sul mensile Liberetà.
Dieci cose da sapere sui rimborsi ai pensionati
Con la rata di agosto l’Inps ha pagato i rimborsi di parte del “maltolto” che spettava ai pensionati dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il blocco della rivalutazione annuale delle pensioni superiori a tre volte il minimo. La “restituzione” prevista dal decreto n. 65 del 21 maggio 2015 emanato dal governo Renzi, è parziale, decrescente e copre soltanto le pensioni comprese tra 1.443 e 2.850 euro lordi mensili. I sindacati dei pensionati si sono dichiarati insoddisfatti per l’entità modesta dei rimborsi sui quali in questa sezione del giornale cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
- Quali sono le pensioni interessate al rimborso?
Sono quelle che vanno da tre volte il minimo Inps (circa 1.443 euro lordi mensili) fino a sei volte il minimo (2.850 euro lordi mensili) secondo un meccanismo di gradualità.
- Come verranno calcolati i rimborsi?
Il calcolo del rimborso è effettuato sul cumulo dei trattamenti erogati dall’Inps e dalle altre casse previdenziali. Il decreto approvato dal Parlamento prevede che il tasso di perequazione relativo agli anni 2012 e 2013 sia riconosciuto nella misura del 40 per cento per gli assegni fino a quattro volte il minimo; 20 per cento per gli assegni fino a cinque volte; 10 per cento per gli assegni fino a sei volte il minimo. Oltre questa soglia non viene effettuato alcun rimborso.
- Come verranno ricalcolate le pensioni?
Per il 2012-13 abbiamo detto. Per il 2014 e il 2015 la rivalutazione sarà pari al 20 per cento della somma attribuita per gli anni 2012-2013. L’Inps procederà poi a ricalcolare le pensioni del 2016 riconoscendo al pensionato il 50 per cento dell’aumento ottenuto per il 2012 e 2013.
- Si può fare qualche esempio?
L’unico esempio fornito dall’Inps riguarda una pensione di 1.500 euro lordi per la quale il rimborso è di 796,27 euro. La cifra è ottenuta riconoscendo 210,60 euro per il 2012 e 447,20 per il 2013. Per il 2014 e 2015, invece, la restituzione è pari rispettivamente a 89,96 e a 48,51 euro.
- Dal 2016 cosa succederà a questa pensione?
La base di calcolo della pensione presa ad esempio (1.500 euro lordi) diventa, a partire dall’agosto di quest’anno, di 1.525 euro mensili lordi. E poi a partire dal gennaio del 2016 salirà a 1.541 euro, sempre mensili e sempre lordi.
- Quali sono le pensioni escluse dal rimborso?
Sono quelle che ammontano a meno di tre volte il minimo Inps (perché questi trattamenti non sono stati bloccati dal decreto Salva Italia) e quelle oltre sei volte il minimo (2.850 euro lordi mensili) che sono state escluse dal decreto del governo Renzi.
- Al rimborso degli arretrati ha diritto anche chi è deceduto?
Sì, la sentenza della Consulta e il decreto del governo interessano anche gli eredi dei titolari del trattamento pensionistico che nel periodo interessato sono deceduti. Lo spiega (indirettamente) la circolare dell’Inps, quando afferma che «il calcolo delle differenze spettanti verrà effettuato anche per le pensioni che al momento della lavorazione risulteranno eliminate».
- Dunque il rimborso degli arretrati spetterà agli eredi?
Esattamente. Ma dovranno presentare una domanda all’istituto previdenziale, che dovrà predisporre un apposito modulo. Il pagamento delle spettanze agli aventi titolo sarà effettuato a domanda «nei limiti della prescrizione quinquennale».
- Il rimborso di agosto è al netto delle tasse?
No, ci si dovranno pagare le tasse. Il decreto e la circolare chiariscono che il rimborso sarà sottoposto al regime della tassazione separata per quanto riguarda tutti gli arretrati fino al 2014; sulle somme maturate dal 2015 invece si applicheranno le aliquote fiscali della tassazione ordinaria.
- A chi rivolgersi per controllare i pagamenti?
Nelle leghe dello Spi i pensionati potranno trovare tutta l’assistenza e le informazioni circa il loro diritto a eventuali rimborsi, anche attraverso la lettura del certificato di pensione Obism