SPI-CGIL Lega 12 - Nichelino Vinovo Candiolo

      

 

IL NUOVO SCIPPO

Ancora una volta il governo ha deciso di fare cassa sulla pelle dei pensionati tagliando la rivalutazione. Una pratica ben consolidata.
a cura del Dipartimento previdenza Spi Cgil

Bancomat pensioni. La pratica ormai sembra davvero ben consolidata. Quando il governo deve fare cassa e trovare fessi no!i soldi per la manovra finanziaria, passa al "bancomat delle pensioni" preleva il necessario e il gioco è fatto. Sempre lì, perché sa che può facilmente trovare liquidità disponibile. E anche questa volta non è stata fatta eccezione Ma non c'è dubbio che le misure governative inserite nella legge di bilancio per l'anno appena iniziato, come dimostra la grande partecipazione alle iniziative di mobilitazione sindacale, sono inique e ampiamente inadeguate ad affrontare i bisogni di un paese nel quale aumentano le disuguaglianze, crescono la povertà e il lavoro precario. si impoverisce il welfare tagli alla sanità) non si offrono soluzioni all'emergenza della perdita del potere d'acquisto di salari e pensioni. E anziché mettere in campo un'incisiva iniziativa contro l'evasione e l'elusione fiscali, invece di rilanciare la crescita cercando le risorse fra rendite patrimoni e profitti, la manovra in deficit, insiste con logiche sbagliate di contrazione della spesa pubblica e non affronta nessuna delle questioni più stringenti.

Anziché mettere in campo una seria azione contro l'evasione fiscale, il governo ha deciso di prendere i soldi per la manovra di bilancio dalle tasche di pensionate e pensionati.

Promesse e realtà. Le misure sulle pensioni evidenziano in modo inconfutabile quanto siano distanti gli slogan propagandistici e le promesse elettorali dalla realtà delle scelte, che rispondono non alla necessità di equità, di costruzione di un futuro previdenziale per i giovani e di garanzia delle pensioni dignitose, ma al bisogno di rassicurare l'Europa. Dopo aver promesso il superamento della legge Monti-Fornero. sono state peggiorate tutte le misure previdenziali. Si azzerano nei fatti le già insufficienti forme di flessibilità in uscita, non si dà alcuna prospettiva ai giovani alle donne, si continua a fare cassa con i pensionati peggiorando il meccanismo di perequazione.

Le richieste dei sindacati. Le norme sulla rivalutazione compreso un articolo inserito nelle misure di revisione della spesa che prevede la costituzione di una commissione per modificare l'indicatore di riferimento utilizzato per adeguare le pensioni all'inflazione -sono un esempio lampante del fatto che si decide di usare ancora una volta i pensionati come un bancomat. Nella piattaforma unitaria, Spi, Fnp e Uilp erano stati piuttosto chiari dopo l'intervento dello scorso anno in legge di bilancio, con un tasso di inflazione arrivato nel 2023 all'8,1 per cento Era ed è necessario ripristinare il meccanismo di indicizzazione per fasce e allargare la platea dei destinatari della quattordicesima mensilità a coloro che hanno pensioni fino ad almeno tre volte il trattamento minimo (cioè 1,704 euro lordi, mentre oggi spetta a chi ha fino a due volte il minimo ovvero 1.136 euro lordi mensili). Invece non è contemplato alcun intervento per la piena indicizzazione delle pensioni e viene confermato il taglio previsto lo scorso anno sugli importi complessivi dei trattamenti pensionistici oltre quattro volte il trattamento minimo (2.272 euro lordi) e peggiorando il taglio degli importi superiori a dieci volte il minimo (5.680 euro lordi).

Facciamo chiarezza. La rivalutazione non è un regalo e nemmeno un privilegio per i pensionati, ma rappresenta l'unico meccanismo che può salvaguardare almeno in parte il potere d'acquisto delle pensioni I1 60 per cento di queste prevede importi inferiori a mille euro mensili e l'inflazione colpisce di più i redditi più bassi. La rivalutazione non può essere considerata alla stregua di un atto di solidarietà in favore della sostenibilità del sistema o delle giovani generazioni perché la tenuta del potere d'acquisto, oltre a essere un diritto di persone che certamente non percepiscono trattamenti da "ricchi", è anche 1mportante per la tenuta del sistema economico Più complessivo e per sostenere i consumi e quindi la domanda interna. Se si vuole proporre un contributo di solidarietà, quindi, si ragioni su tuttii redditi, senza peggiorare ogni volta il meccanismo della rivalutazione.

Non è stato previsto alcun intervento di indicizzazione piena delle pensioni ed è stato invece confermato il taglio sugli importi superiori a quattro volte il trattamento minimo.

Un po' di conti. Per spiegare le ragioni per le quali è giusto lottare contro il taglio alla perequazione. proviamo a ripercorrere un po` la storia e a fare qualche conto. La disciplina generale prevede che la perequazione venga riconosciuta per fasce di importo complessivo lordo del trattamento pensionistico nel modo seguente:

  • 100 per cento del tasso di indicizzazione per la fascia di importo del trattamento complessivo fino a quattro volte il minimo;
  • 90 per cento del tasso di indicizzazione per la fascia di importo del trattamento complessivo compresa tra quattro e cinque volte il minimo;
  • 75 per cento del tasso di indicizzazione per la fascia di importo del trattamento complessivo superiore a cinque volte il minimo.

Per gli anni 2023 e 2024, in deroga alle regole ordinarie, è stata decisa una modalità di indicizzazione che prevede l'applicazione di una sola aliquota di rivalutazione variabile, per classi di importo, in ragione del reddito pensionistico complessivo. Le pensioni sono state suddivise in sei classi e la rivalutazione viene calcolata come indicato di seguito, tenendo conto dell'importo del trattamento minimo di pensione, pari nel 2023 a 568 euro, e del tasso di inflazione stimato dall'Istat per il 2024 al 5,4 per cento:

  • fino a 4 volte il minimo (2.272 euro mensili) pari al 100 per cento del tasso di indicizzazione (quindi del 5,4 per cento);
  • tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.272 e 2.840 euro) in misura pari all'85 per cento del tasso di indicizzazione, che vuol dire un aumento effettivo del 4,59 per cento (5,4x0,85);
  • tra 5 e 6 volte il minimo (tra 2.840 e 3.408 euro) in misura pari al 53 per cento del tasso di indicizzazione, per un aumento effettivo del 2,862 per cento (5,4x0,53);
  • tra 6 e 8 volte il minimo (tra 3.408 e 4.544 euro) in misura pari al 47 per cento del tasso di indicizzazione, equivalente a un aumento effettivo del 2,538 per cento (5,4x0,47);
  • tra 8 e 10 volte il minimo (tra 4.544 e 5.680 euro) in misura pari al 37 per cento del tasso di indicizzazione, ovvero un aumento effettivo dell'1 ,998 per cento (5,4x0,37);
  • superiore a 10 volte il minimo (oltre 5.680 euro) in misura pari al 22 per cento del tasso di indicizzazione equivalente a un incremento effettivo dell' 1,188 per cento (5,4x0,22).

anziani si fessi noI più colpiti. I tagli colpiscono gli importi di pensioni dai 2.727 euro lordi mensili in su, ovvero trattamenti netti intorno ai 1.700 euro. Abbiamo fatto i conti in tasca ai pensionati e alle pensionate e abbiamo rilevato che il taglio alla rivalutazione per il 2023 e il 2024 va da un minimo di seicento euro fino a un massimo di 6.940 euro (per le pensioni superiori a dieci volte il trattamento minimo). Soldi che i pensionati perderanno per sempre, dal momento che il taglio alla rivalutazione si trascina negli anni, e che lo Stato risparmia sulla loro pelle. E stiamo parlando di sette miliardi soltanto in questo biennio e oltre sessanta in proiezione fino al 2032, che vanno ad aggiungersi ai cento miliardi già risparmiati dal 2011 a oggi con i vari interventi sul sistema di rivalutazione I pensionati sono stanchi di essere riconosciuti come quelli che sorreggono il welfare di questo paese quando fa comodo riconoscerlo, e poi però essere considerati un peso insostenibile quando si tratta di riconoscere loro il diritto di avere un tenore di vita dignitoso Ecco perché siamo scesi in piazza e abbiamo manifestato: per rivendicare un futuro più giusto per il paese e per i giovani, ma anche per rivendicare la tutela del reddito, il diritto a una sanità universale e il finanziamento della non autosufficienza, un fisco giusto ed equo che non scarichi il peso fiscale su lavoro e pensioni.
Esempi di rivalutazione delle pensioni per il 2024

Importo lordo Tasso rivalutazione Importo lordo rivalutato
1500 euro 5,40% 1.581 euro
2500 euro 4,59% 2.614 euro
3000 euro 2,862% 3.086 euro
4000 euro 2,538% 4.102 euro
5000 euro 1,998% 5.100 euro
6000 euro 1,188% 6071 euro

 

LIBERETA GENNAIO 2024