Maurizio Landini e Ivan Pedretti a Trani
STARE BENE
STARE INSIEME
Un'altra Italia è possibile. Più equa, più giusta, più solidale. Dalla festa di LiberEtà di Trani lo Spi lancia un messaggio forte per fare argine all'odio e alla paura e per ritrovare in fretta la bussola del futuro.
di Giorgio Nardinocchi
Che Italia è quella che il nuovo governo giallo-rosso prende in consegna? Cosa hanno lasciato undici anni di crisi economica e diciotto mesi di campagna elettorale permanente di stampo razzista e sovranista? È possibile uscire da questo imbuto in cui ci siamo andati a cacciare? E come? Sono alcune delle domande cui proveremo a dare una risposta alla festa di LiberEtà che si svolge questo mese a Trani, in terra di Puglia, nella città che per prima istituì gli statuti marittimi dando forma di legge ai primi contratti della gente di mare. Una coincidenza che ci aiuta a trovare la rotta giusta per intraprendere questo nostro viaggio.
Stare bene, stare insieme. È il titolo che abbiamo voluto dare alla festa. Può essere letto nei due sensi: si può stare bene staudo insieme, ma si può anche stare insieme per stare bene. Dentro la festa, oltre al dibattito in assemblea pubblica con Maurizio Landini e Ivan Pedretti, com’è consuetudine si tengono i nostri due premi: quello della memoria civile e quello dei corti cinematografici sul tema “Ma che clima è?”. Come vedremo nelle pagine che seguono, anche questo titolo si presta a una lettura a vari livelli, nel senso che la parola clima può essere associata all'atmosfera, ma anche alla politica, ai rapporti sociali, agli stati d'animo. Come ha detto papa Francesco nell'enciclica Laudato si': «Non ci sono due crisi separate: una ambientale e un'altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socioambientale».
Un argine all'odio. Ma torniamo alla domanda iniziale: che Italia è quella che il nuovo governo giallo-rosso prende in consegna? È senz'altro un'Italia stremata economicamente, con un debito pubblico mostruoso e che non riesce a rimettersi in moto. Stiamo perdendo la voglia di sognare, di coltivare la speranza di un domani migliore. Quello che i nostri padri cercarono di trasferire nella Costituzione, nella ricostruzione e nella stagione delle lotte operaie del Sessantanove sembra quasi dimenticato. Come dice l'ultimo rapporto del Censis, l’Italia appare un paese scontento, infelice, arrabbiato e vendicativo. Questa Italia non ci piace. Eravamo un paese preso a modello per i diritti dei lavoratori e ci ritroviamo con sacche sempre più vaste di precariato, di lavoro nero e sottopagato. Eravamo un paese preso a modello per il servizio sanitario e ce lo stanno demolendo pezzo a pezzo. Eravamo un paese preso a modello per il sistema pensionistico pubblico che garantiva una vecchiaia al riparo dalla povertà e ci ritroviamo un sistema che non riesce a garantire una speranza pensionistica ai giovani e a garantire il potere d' acquisto a chi è già in pensione.
Che fare? Il nuovo governo giallo-rosso può fare tanto per arginare questo clima di odio che è stato creato ad arte in diciotto mesi di campagna elettorale egemonizzata dalla destra più estremista. E lo può fare con politiche mirate a ridurre lo stato di sofferenza di larghi strati di popolazione. Cominciando col ridurre le tasse, non ai ricchi come vuole fare la destra, ma a chi lavora e a chi è in pensione. Dando una speranza ai giovani di trovare un buon posto di lavoro e avere da vecchi una pensione dignitosa. Insomma, un governo che vuole fare il bene dell'Italia deve fare più stato sociale. E può farlo se ascolta le persone e le organizzazioni sociali più rappresentative. E quando aprirà i dossier della sanità, delle pensioni, del lavoro dovrà confrontarsi con il sindacato. Altrimenti rischia di andare a sbattere come hanno fatto altri governi precedenti. Come abbiamo sempre detto, il sindacato non può avere governi amici, per definizione. Un governo si giudica dai risultati, parafrasando la canzone del calciatore di De Gregori. Non si cambia un paese standosene in una torre d'avorio , ma attraverso il confronto con chi rappresentai lavoratori e i pensionati. Per favorire questo confronto i sindacati dei pensionati unitariamente hanno deciso di fare una manifestazione a novembre per richiamare l’attenzione del nuovo governo su pensioni fisco, sanità non autosufficienza e per chiedere , in vista della manovra economica per il prossimo anno, una riduzione delle tasse non solo per i lavoratori, come ha preannunciato lo stesso presidente Conte alle Camere, ma anche per i pensionati.