SPI-CGIL Lega 12 - Nichelino Vinovo Candiolo

      

 

Stefano Cecconi SPECIALE SALUTE IL PUNTO di Stefano Cecconi, segretario nazionale Spi Cgil

LA SANITÀ
NON PUÒ ATTENDERE

Il governo Meloni, anziché aumentare gli investimenti nel settore pubblico, ha programmato una riduzione della spesa, a tutto vantaggio delle strutture private. In questo modo il diritto universale alla cura viene pesantemente messo in dicussione con effetti a volte drammatici.

Sulla salute non si scherza

Dopo la tragedia della pandemia, sembrava ovvio e scontato che continuassero gli investimenti per la sanità pubblica decisi nel 2020 e nel 2021 per fronteggiare l'emergenza e rilanciati con Phirr, dopo anni di definanziamento del Servizio sanitario nazionale. Invece, & governo Melani sin dal suo insediamento ha programmata una riduzione della spesa sanitaria e ora-con documento di economia e fnanza 2024-prevede che la spesa sanitania in rapporto al Pil crolli passando dal 6,7 per cento del 2022 al popolazione. /p>

La crisi del Ssn è evidente: servizi chiusi, liste d'attesa infinite, carenza di medici e infermieri. E così sempre piú malati rinunciano alle cure

In carenza di servizi edi medicina termitoriale i pronto soccorso vengono congestionati anche per prestazioni non urgenti. Persina i nuovi livelli essenziali di assistenza per le prestazioni specialistiche e per l'assistenza alle persone disabili o con malattie rare sono stati rinviati Allo stesso tempo si aggravano i divan fra le regioni e incombe la scure dell'autonomia differenziata. Mentre la controniforma fiscale del governo premia gli evasoni e riduce le entrate per lo stato sociale. Per questo non esageriamo quando diciamo che il diritto alla turala della salute per tutti i cittadini è in pericolo. E per questo finalmente la Coil-e qui il contributo della Spi è stato determinante-ha posto il rilancio della sanità pubblica fra i temi centrali della mobilitazione awiata con la campagna "La via maestra"

Dove e come intervenire per rilanciare diritto alla salute e alle cure è chiarissimo: un incremento progressivo - ma certo del finanziamento per la sanità pubblica, per portare l'Italia al livello degli altri paesi europei lalmeno quello di Germania e Francia che destinano alla sanità pubblica decine di miliardi in più ogni anno). Priorità assoluta è un piano pluriennale di assunzioni del personale collegato alla programmazione dei percorsi formativi (mancano almeno ventimila medici, centomila tra infermieri e professionisti sociosanitari, migliaia sono i precari). Mentre crescono medici e personale a gettone, e i professionisti fuggono dal servizio pubblico. Le assunzioni sono indispensabili anche per attuare il Pnrr, e per non disperdere miliardi di investimenti arrivati per potenziare l'assistenza territoriale: case e ospedali di comunità, assistenza domiciliare, telemedicina - servizi indispensabili per rispondere ai bisogni di prevenzione, cure sociali e sanitarie, soprattutto per la popolazione anziana che è più esposta ai rischi della non autosufficienza.

Per la Cgil la priorità è quella di un rilancio della sanità pubblica che garantisca a milioni di persone pari diritti e pari dignità

Un'altra priorità riguarda un piano straordinario per la riduzione appropriata delle liste di attesa da parte dei servizi pubblici: non finanziando, come sta accadendo, il settore privato, che rischia di alimentare consumismo sanitario. E ancora: investire in prevenzione e promozione della salute, anche tramite politiche per l'invecchiamento attivo; attuare la legge 33/2023, la riforma per i diritti delle persone anziane e non autosufficienti. Si tratta di una buona legge che però oggi, senza finanziamenti, rischia di essere tradita. Occorre accompagnare la legge delega con un incremento del fondo sanitario e di quello sociale, per attuare una riforma che affermi, come la nostra Costituzione dichiara, la dignità, i diritti e il valore della persona in ogni fase della vita. Per tutti questi buoni motivi la nostra mobilitazione andrà avanti, con una pressione sul governo. Ma sono necessarie anche iniziative nei territori - con Regioni, Asl, distretti, Ast e Comuni - per rappresentare bisogni e rivendicare diritti e dignità per milioni di persone.


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