LA SANITÀ
NON PUÒ ATTENDERE
Il governo Meloni, anziché aumentare gli investimenti nel settore pubblico, ha programmato una riduzione della spesa, a tutto vantaggio delle strutture private. In questo modo il diritto universale alla cura viene pesantemente messo in dicussione con effetti a volte drammatici.
Dopo la tragedia della pandemia, sembrava ovvio e scontato che continuassero gli investimenti per la sanità pubblica decisi nel 2020 e nel 2021 per fronteggiare l'emergenza e rilanciati con Phirr, dopo anni di definanziamento del Servizio sanitario nazionale. Invece, & governo Melani sin dal suo insediamento ha programmata una riduzione della spesa sanitaria e ora-con documento di economia e fnanza 2024-prevede che la spesa sanitania in rapporto al Pil crolli passando dal 6,7 per cento del 2022 al popolazione. /p>
In carenza di servizi edi medicina termitoriale i pronto soccorso vengono congestionati anche per prestazioni non urgenti. Persina i nuovi livelli essenziali di assistenza per le prestazioni specialistiche e per l'assistenza alle persone disabili o con malattie rare sono stati rinviati Allo stesso tempo si aggravano i divan fra le regioni e incombe la scure dell'autonomia differenziata. Mentre la controniforma fiscale del governo premia gli evasoni e riduce le entrate per lo stato sociale. Per questo non esageriamo quando diciamo che il diritto alla turala della salute per tutti i cittadini è in pericolo. E per questo finalmente la Coil-e qui il contributo della Spi è stato determinante-ha posto il rilancio della sanità pubblica fra i temi centrali della mobilitazione awiata con la campagna "La via maestra"
Dove e come intervenire per rilanciare diritto alla salute e alle cure è chiarissimo: un incremento progressivo - ma certo del finanziamento per la sanità pubblica, per portare l'Italia al livello degli altri paesi europei lalmeno quello di Germania e Francia che destinano alla sanità pubblica decine di miliardi in più ogni anno). Priorità assoluta è un piano pluriennale di assunzioni del personale collegato alla programmazione dei percorsi formativi (mancano almeno ventimila medici, centomila tra infermieri e professionisti sociosanitari, migliaia sono i precari). Mentre crescono medici e personale a gettone, e i professionisti fuggono dal servizio pubblico. Le assunzioni sono indispensabili anche per attuare il Pnrr, e per non disperdere miliardi di investimenti arrivati per potenziare l'assistenza territoriale: case e ospedali di comunità, assistenza domiciliare, telemedicina - servizi indispensabili per rispondere ai bisogni di prevenzione, cure sociali e sanitarie, soprattutto per la popolazione anziana che è più esposta ai rischi della non autosufficienza.
Un'altra priorità riguarda un piano straordinario per la riduzione appropriata delle liste di attesa da parte dei servizi pubblici: non finanziando, come sta accadendo, il settore privato, che rischia di alimentare consumismo sanitario. E ancora: investire in prevenzione e promozione della salute, anche tramite politiche per l'invecchiamento attivo; attuare la legge 33/2023, la riforma per i diritti delle persone anziane e non autosufficienti. Si tratta di una buona legge che però oggi, senza finanziamenti, rischia di essere tradita. Occorre accompagnare la legge delega con un incremento del fondo sanitario e di quello sociale, per attuare una riforma che affermi, come la nostra Costituzione dichiara, la dignità, i diritti e il valore della persona in ogni fase della vita. Per tutti questi buoni motivi la nostra mobilitazione andrà avanti, con una pressione sul governo. Ma sono necessarie anche iniziative nei territori - con Regioni, Asl, distretti, Ast e Comuni - per rappresentare bisogni e rivendicare diritti e dignità per milioni di persone.
LIBERETÀ GIUGNO 2024